Il disagio giovanile, le patologie mentali dell’adolescenza e dei giovani adulti (PARTE 2)

L’esordio delle patologie psicotiche nel giovane adulto

L’epoca della vita che va dai 14 ai 20 anni di età è molto delicata ed è il momento in cui esordiscono la maggior parte dei disturbi psicotici che tendono a cronicizzare nell’adulto.

Le schizofrenie, le psicosi bipolari e schizoaffettive, sono le condizioni più gravi nel contesto dei disturbi psicotici dell’adulto.

Se l’esordio di queste patologie avviene prima dei 18 anni di età, sono previsti protocolli di cure farmacologiche già nel minore.

Nelle patologie schizofreniche, i sintomi prodromici della psicosi si possono manifestare già nell’adolescenza. Nelle fasi iniziali del disturbo, possono essere presenti lievi sintomi cognitivi generici, come difficoltà di attenzione e di concentrazione.

Può essere manifesta una tendenza all’incoerenza ideativa (allentamento dei nessi associativi) e si può assistere alla messa in atto di comportamenti bizzarri o impropri. Il giovane può diventare sospettoso e modificare il suo consueto agire e le sue abitudini.

L’ansia è quasi sempre associata a stati mentali di transizione, in cui un giovane passa da una condizione di normale funzionamento psichico ad una condizione di psicosi conclamata in cui si modifica la capacità di critica del proprio sé e della realtà.

Il giovane che sviluppa una patologia schizofrenica può vivere intensi stati predeliranti di solito caratterizzati da momenti di profonda angoscia e paura.

Il soggetto può smettere di andare a scuola o può ritirarsi dalle sue normali attività sociali.

Può apparire demotivato e cambiato rispetto alle sue consuetudini.

La realtà vissuta nei momenti iniziali della psicosi può essere spaventosa ed angosciante.

L’individuo tende a ritirarsi nella sua stanza e ad evitare ogni forma di interazione sociale.

Talvolta il ritiro sociale si protrae per molti mesi prima che emergano i sintomi psicotici acuti.

Il giovane che manifesta tendenza al ritiro sociale deve far pensare sempre ad una condizione di iniziale psicosi.

L’eccessiva sospettosità e la costante interpretatività espresse dal paziente sono caratteristiche comuni di queste condizioni patologiche.

L’esordio del disturbo psicotico è spesso contraddistinto da un evento mentale di rottura, che determina un cambiamento dell’equilibrio psichico.

Il soggetto appare cambiato rispetto alla sua normalità e può apparire agli altri strano e diverso. L’esordio delle psicosi è in generale un evento estremamente drammatico per il paziente e per la sua famiglia.

L’intera realtà dell’individuo può essere percepita in maniera alterata e questo si riflette sui comportamenti agiti. Nella schizofrenia simplex sono maggiormente manifesti i sintomi della disorganizzazione ideo comportamentale e delle alterazioni del corso del pensiero.

Il paziente può apparire confuso ed esprimersi con modalità improprie, può produrre neologismi ed associazioni mentali alterate.

La diffusione dell’identità è quel fenomeno psichico descritto in questi casi in cui si perde il confine tra la percezione del proprio io e la percezione della realtà esterna.

Nel caso dell’esordio delle schizofrenie paranoidee, le fasi iniziali possono essere caratterizzate da un generale ritiro sociale e dalla profonda chiusura in sé stessi.

Il soggetto può apparire impaurito e fortemente angosciato.

Può tenere le finestre chiuse ed in alcuni casi a serrarsi dentro la propria stanza limitando qualsiasi contatto con le persone. Le intuizioni ed i convincimenti deliranti possono essere spaventosi per il giovane che sviluppa uno stato psicotico.

La realtà inizia a prendere forma sulle nuove deduzioni deliranti dell’individuo.

Il paziente può sviluppare la convinzione di essere seguito (delirio di persecuzione), osservato da qualcuno che lo giudica o parla di lui (delirio di riferimento).

Alcuni giovani manifestano veri e propri deliri persecutori che si centrano attorno ad un convincimento delirante che può anche associarsi a percezioni somatiche (delirio cenestesico), come può essere l’inserimento di un microchip nel corpo che provoca scosse elettriche e sensazioni spiacevoli.

Le tematiche del delirio possono essere estremamente varie.

Nel delirio paranoide, Il persecutore può essere una persona conosciuta dall’individuo, può essere una organizzazione di mafia o di terrorismo o potrebbe essere una presenza metafisica percepita dal soggetto.

Le dispercezioni uditive spesso fanno parte del quadro clinico delle schizofrenie.

In particolare, nella schizofrenia paranoide, le allucinazioni uditive vengono integrate all’interno della percezione psicotica della realtà.

Voci di solito giudicanti, commentanti, imperative.  Sono invadenti e percepite con angoscia dall’individuo. Il paziente può apparire in questi casi come in fase di comunicazione con altri o in atteggiamento di ascolto.

Un’altra forma importante di psicosi dell’adulto, che può insorgere già nel minore, è il disturbo bipolare, storicamente conosciuto come psicosi maniaco depressiva.

La diagnosi di questa condizione è possibile nel momento in cui si manifestano i sintomi degli episodi maniacali (o ipomaniacali) e/o degli stati misti maniaco depressivi.

Nel caso in cui i sintomi del versante ipomaniacale risultano sfumati o brevi, è difficile porre una corretta diagnosi e di conseguenza attuare il trattamento specifico.

L’episodio maniacale dell’umore si manifesta come dirompente e caratterizzato da importante attivazione ideo motoria, disinibizione comportamentale e tono dell’umore ipertimico, cioè estremizzato verso il polo positivo.

Stati duraturi (settimane o mesi) di euforia o di disforia (rabbia) sono i fenomeni psichici più presenti in questi disturbi. L’insonnia resistente anche alle terapie è un ulteriore segno di evidenza dell’iperattivazione mentale.

Il corso del pensiero è accelerato e l’individuo esprime un eloquio logorroico e prolisso.

Il soggetto appare cambiato rispetto alle sue consuetudini, manifesta impropriamente un’alta percezione di sé stesso (egocentrico, egoico).

In questo contesto patologico, possono essere manifesti anche alcuni fenomeni psichici afferenti alla sfera delle psicosi come, ad esempio, le alterazioni del contenuto del pensiero: deliri di grandezza (megalomanici), deliri di persecuzione e deliri mistico religiosi.

Possono inoltre far parte del quadro clinico anche le alterazioni della sfera senso-percettiva, in particolare il soggetto può percepire allucinazioni di solito uditive ma possono essere anche visive o somatiche.

Il disturbo schizoaffettivo è forse la forma più grave tra le patologie psicotiche croniche.

Questa diagnosi può essere posta soltanto osservando nel tempo le manifestazioni cliniche del disturbo.

Devono essere ricostruiti, in periodi di tempo diversi, sia i sintomi propri delle psicosi schizofreniche che i sintomi del disturbo dell’umore bipolare.

Il trattamento in questi casi prevede, oltre all’utilizzo di farmaci antipsicotici (AP), anche l’utilizzo di farmaci stabilizzanti dell’umore (litio, antiepilettici).

Talvolta la diagnosi viene posta in maniera incorretta e spesso al fine di poter somministrare psicofarmaci che altrimenti risulterebbero off-label cioè non prescrivibili.

Nel minore d’età, questo tipo di diagnosi può risultare eccessiva e va rivalutata se possibile quando posta.

Si deve considerare che il disturbo schizoaffettivo cronico è la condizione psicotica che ha la prognosi peggiore rispetto alle altre malattie mentali e risponde male alle terapie farmacologiche.

Talvolta giovani con disturbi del comportamento borderline o soggetti con tossicodipendenza vengono erroneamente diagnosticati come pazienti con disturbo schizoaffettivo cronico.

Spesso il ragazzo tende ad identificarsi con l’etichetta diagnostica data dal medico per cui va chiarita sempre la motivazione della diagnosi e delle cure prescritte.


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